Sinergie di Scuola – 22/03/2016 – Cassazione, abuso dei contratti a termine
Nel regime del lavoro pubblico contrattualizzato in caso di abuso del ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato da parte di una pubblica amministrazione il dipendente, che abbia subito la illegittima precarizzazione del rapporto di impiego, ha diritto, fermo restando il divieto di trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato posto dall’art. 36, comma 5, d.lgs. 30 marzo 2001 n. 165, al risarcimento del danno previsto dalla medesima disposizione con esonero dall’onere probatorio nella misura e nei limiti di cui all’art. 32, comma 5, legge 4 novembre 2010, n. 183, e quindi nella misura pari ad un’indennità onnicomprensiva tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri indicati nell’art. 8 legge 15 luglio 1966, n. 604.
La decisione è contenuta nella sentenza n. 5072 del 15 marzo 2016, con la quale la Corte di Cassazione ha stabilito risarcimenti automatici in caso di contratti a termine illegittimi.
“Dopo la Corte di Giustizia Europea e dopo tanti giudici del lavoro sparsi nelle varie province d’Italia, – dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – anche la Corte Suprema ha chiarito una volta per tutte che decine di migliaia di docenti precari hanno subito un danno concreto, quantificabile da un minimo di 2 mensilità e mezzo fino ad un massimo di 12 mensilità, a causa della totale mancanza di una politica scolastica in grado di evitare la loro precarizzazione“.
“Adesso, grazie a questa sentenza, – spiega Di Meglio – tutti i precari vincitori delle vertenze legali promosse dalla Gilda hanno la certezza che i rimborsi ottenuti non potranno essere richiesti indietro dall’amministrazione e ciò, nei prossimi mesi, aprirà presumibilmente il fronte ad una miriade di ulteriori ricorsi.Nonostante la soddisfazione per la sentenza della Cassazione, il coordinatore nazionale della Gilda ribadisce che il problema del precariato non deve essere risolto nelle aule di un tribunale, ma politicamente con un serio piano di stabilizzazione.”
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